Cos'è la Música Saturnia?

Vieni, dolceridente aurata Aurora!

In anni di seminari, workshop e sessioni con bambini, insegnanti e genitori, ho avuto modo di ascoltare le più svariate definizioni riguardanti la Musica Saturnia. È per questo motivo che voglio da subito far chiarezza su un punto fondamentale: la Musica Saturnia non è sinonimo di “musicoterapia”. Tra questi due mondi esiste una profonda differenza! Non è neppure una semplice tecnica musicale: è un METODO,  un modo costante di usare il ritmo nel comporre un’opera, una musica, una poesia, una canzone, un canto, applicabile a tutti gli stili e i generi musicali del mondo. In genere la Musicoterapia adotta generi musicali che tendono a rilassare con stili strumentali soft o new age, usando prevalentemente frequenze accordate sulla scala aurea del La a 432hz.  La Musica Saturnia anch’essa adotta la scala a 432 hz,  ma diversamente dalla Musicoterapia, abbraccia tutti gli stili e i generi musicali del mondo che non necessariamente devono mantenere uno stile rilassante o soft, ma la condizione imprescindibile di contemplare sempre uno stile ritmico Naturale, Alterno o Saturnio (completo). La Musica Saturnia è certamente Arte Musicale e per noi che abbiamo imparato a comporla, suonarla, cantarla, recitarla e ad applicarne i benefici, sarebbe ovvio affermare che sia all’origine di tutta la Musica. In realtà per essere ancora più chiari, questa disciplina rivela il segreto di alcune funzioni archetipiche che già nell’estrema antichità, agivano metodicamente nel pensiero dell’uomo attraverso il ritmo. La Musica Saturnia inoltre, si rifà alle arcane radici della poesia, della melodia, del canto, della danza e principalmente del ritmo. Il modo in cui grazie al ritmo poetico-musicale quei meravigliosi archetipi tornano ad agire in noi riportando le 5 rispettive funzioni al presente, ci giunge attraverso la misteriosa dimensione Invariante che dimora al di fuori dello spazio e del tempo. Quindi sì, possiamo affermare che la Musica Saturnia è l’origine della musica. Per far risalire noi uomini del terzo millennio a questa misteriosa origine, percorrendo a ritroso la strada che ne rivela le funzioni e la loro messa in pratica, è stato necessario scrivere l’omonimo libro La Musica Saturnia La Musica che cambia il Pensiero, accompagnato da un CD musicale. Aldilà delle magistrali composizioni, esecuzioni strumentali o canore che possano scaldare i nostri sensi e il nostro cuore, la musica sin dalle sue origini nasce infatti per esercitare sull’uomo una funzione vitale, capace di abbracciare l’intero microcosmo Yin-Yang dell’essere, riconducendolo a armonizzarsi e equilibrarsi. Il ritmo che scandisce la nostra Vita è di tipo bipolare-complementare: la luce accompagna il buio nel creare il giorno; il passato è complementare al futuro nel creare il tempo; il positivo è complementare al negativo per creare energia o movimento; le direzioni percorrendo lo spazio, vedono il nord complementare al sud, l’est all’ovest e il nadir allo zenit; il femminile è complementare al maschile così come la donna è complementare all’uomo nel concepimento della Vita; la Vita è complementare a se stessa con un altro tipo di vivere che è Vita rovesciata e non morte: è una PORTA da cui si ENTRA e si ESCE: è un po’ come usare una parola palindroma dal suono “VITATIV” a formare VITA e il suo contrario. E il ciclo ricomincia. Anticamente la musica, la poesia, la danza e il teatro, erano arti fondamentali praticate negli Asclepiei (i Templi dedicati a Asclepio o Esculapio dove avvenivano le guarigioni che oggi definiremmo inspiegabili) ed erano la massima espressione di concetti e verità complementari. A movimenti di tipo maschile ed energico, a versi o ritornelli di tipo marziale o maschile, corrispondevano movimenti sinuosi e avvolgenti e versi e canti lirici di carattere tipicamente femminile. I tempi oggi sono tremendamente pronti per il grande cambiamento, già da molti anni prima dell’inizio del nuovo millennio soprattutto per noi uomini che viviamo in un mondo di cultura occidentale: oggi ci troviamo dinanzi a un bivio cruciale. La nostra umanità percorre cicli che si ripetono alternandosi nel tempo, con balzi di splendore e di declino determinati anche dall’inconscio collettivo. Interminabili periodi di gestazione in cui l’umanità procede percorrendo una costante linea di mezzo: un diagramma immaginario che sale e che scende, assecondando i planetari stati d’animo della nostra specie. In questa Infinita linea di mezzo, a prescindere da tempi più o meno favorevoli, dimora proprio quella dimensione Eterna-Invariante che tutto conosce e in cui tutto è archiviato. Lì ogni pensiero pronto a trasformarsi in atto creativo, resta immutabile e funzionale in ogni epoca. Potenzialmente l’accesso a questa dimensione, risiede nelle facoltà percettive di ogni uomo. Ma la fretta, la paura, lo stress e gli innumerevoli luoghi comuni che attanagliano quotidianamente le nostre vite, divengono stati d’animo che impediscono l’autentica percezione del vero Sè, lasciando solo a poche menti illuminate la possibilità di interagirvi in modo chiaro e perfetto. Sono gli artisti, i guaritori, musicisti, sciamani, yogi, artigiani, scienziati, scrittori, pensatori, poeti, insomma uomini funzionisti in grado di pescare dall’Infinito tutte quelle informazioni archetipiche con cui sanno riportare alla luce progetti, opere e azioni, senza deturparle o modificarle da un pensare umano di tipo imperfetto. Quelle anime o uomini molto evoluti che esistono in ogni tempo -sono gli eletti di tutti i popoli-, con Opere invarianti ricevute dall’Alto sono in grado di provocare nella coscienza dei propri simili, degli importantissimi salti di livello lungo l’umana scala evolutiva. La nostra condizione morale in questo terzo millennio, non è poi così distante rispetto a quella dei nostri antenati situati indietro nel tempo in un punto preciso del quarto millennio a.C.: era l’equinozio di primavera dell’anno 3759 a.C. in cui la IV Scekinà, ovvero il IV evento Ciclico Messianico che si manifestava sulla terra, segnava il punto di partenza del calendario ebraico, cui fa riferimento anche il “Manoscritto di Melchisedek” e che probabilmente in origine era contenuto nei libri di Enoch. In quel periodo storico -ancora oggi arbitrariamente ritenuto favola-, esplose la civiltà Saturnia che in un lasso di tempo relativamente breve, vide l’uomo passare da una condizione di vita vissuta all’interno di oscure caverne (età della pietra), a vivere lo splendore della Manifestazione nell’Evento degli Eventi chiamato Scekinà, apportatore di un improvviso quanto incredibile salto di livello di tipo “quantico”, sotto tutti gli aspetti della propria esistenza. L’uomo iniziò a comunicare in modo semplice ma universale attraverso la scrittura, l’arte, la scultura, la poesia e la musica. Si perfezionò nella tecnica, nell’agricoltura e nell’architettura. Le malattie si curavano con metodi naturali e soprattutto la Musica, la Poesia e il Canto. Si riscoprirono le funzioni eterne e fondamentali che consentivano al pensiero di interagire con la realtà in modo psichico e fisico. E la natura rispondeva sia in cielo che in terra. Ogni parola, ogni cosa si rivelava la sommatoria e la combinazione di sole 22 funzioni semplici del Pensiero -gli Archetipi. Queste 22 funzioni, vanno considerate come dei codici, delle chiavi, delle informazioni assolute limitate in numero e con un ruolo ben determinato e specifico, la cui combinazione dà origine a tutte le forme possibili. Le forme possono anche cambiare, ma le funzioni elementari da cui prendono origine, restano immutabili: sono sempre e solo 22. La forma umana ad esempio -composta al suo interno da oltre 50 trilioni di cellule, è anch’essa il risultato di un’infinita combinazione archetipica di forme differenti, tuttavia nel passare dei millenni, non è cambiata affatto negli organi principali e nelle loro funzioni, pur dando origine a sembianze differenti. Questo fatto è associato proprio alle 22 funzioni eterne, invarianti che si chiamano Autiut e che prendono origine proprio dal Pensiero Vivente che unisce, contiene, gira, indurisce, dà Vita, sostiene, fa durare, protegge, cede, si riduce, penetra, misura, nutre, trasforma, comprime, fa corrispondere, si espande, taglia, lega, abbellisce, procede, resiste. Oggi sappiamo che anche le nostre cellule rinnovandosi continuamente, si riproducono mantenendo nella loro specifica funzione, un orientamento che segue delle costanti e misteriose direzioni: Abramo ce le descrive nel suo Libro Base o Sfr-Isiré. Ogni uomo deve trasformarsi in uomo funzionista tornando a comprendere la “Lingua Vera” che nell’estrema antichità veniva compresa da tutti i popoli del mondo: È l’alfabeto archetipico delle 22 AUTIUT. Anticamente divenimmo in grado di emettere suoni e canti capaci di agire nello spazio, nel tempo e nelle cose senza che mano le toccasse. Quei suoni e quei canti corali eseguiti con delle precise modalità, potevano spostare massi ciclopici e soprattutto potevano curare. Nacquero i versi Saturnî recitati e cantati…e ogni canto era Copulare. L’uomo sapeva che quando l’ordine e l’equilibrio naturale nel suo modo di pensare si perdeva temporaneamente, era sufficiente ristabilirlo mediante la contemplazione e l’ascolto di canti alterni. La musica occupava un ruolo fondamentale sul nostro benessere psicofisico, oltre che nella vita sociale e educativa. E sotto quest’aspetto la situazione era ben diversa da quella di oggi. Si pensi per esempio alla medicina moderna e alle sue cure. A parte la moderna chirurgia -il cui livello ha quasi del miracoloso dato che in sala operatoria siamo in grado di ricostruire, sostituire e ricomporre organi, ossa e tessuti-, cosa dire della medicina tradizionale o della psichiatria?-nata quest’ultima come scienza solo nel 1700 a causa della scissione provocata dalla medicina stessa tra il nostro corpo e la nostra mente. Il corpo divenne macchina e la mente da essa separata divenne psiche: la conseguenza di questa separazione è stata che oggi per curare un qualsiasi sintomo fisico anche il più lieve, vengono somministrati farmaci con dei costi spesso proibitivi che chiaramente non vanno alla radice del male ma solamente ad alleviarlo, con un conseguente e spropositato arricchimento delle lobby farmaceutiche. L’essere umano già per il medico del diciottesimo secolo, era inteso come un “organismo”, corrispondente a una semplice sommatoria di organi. Tutto ciò che risultasse “MORBUS SINE MATERIA”, cioè malattia senza un riscontro organico, veniva attribuito a una fantomatica psiche. Proprio da quella scissione tra corpo e mente, nacque la “psichiatria” come scienza della psiche, da cui poi hanno avuto origine la psicologia e la psicanalisi. Anticamente questa scissione tra Corpo e Psiche non esisteva. Ippocrate nel IV secolo a.C. diceva: “Se vuoi guarire, renditi disposto (mente) a rinunciare a ciò che ti ha fatto ammalare (corpo)!…”. Ma già nella prima metà del IV millennio a.C., quando: «…la gente camminava danzando, la serva andava a braccetto con la padrona e il dente non diceva “Ho male, ho male!”» (c.f.r. Epopea di Gilgamensh) e quando il temporaneo equilibrio tra mente e organismo era perduto, la medicina consisteva nel ristabilire una perfetta armonia tra Corpo e Psiche (corpo, anima, e Spirito), ordine ove la malattia non poteva sussistere, armonia grazie alla quale si verificava lo straordinario ritorno alla normalità  con la manifestazione della guarigione e della salute. Fatti meravigliosi, storie che sembrano uscite dalle pagine di racconti fantastici ma che invece appartengono a una realtà profonda che ci riguarda. Questi alcuni dei motivi per i quali nei salotti TV, o nei laboratori di scienza, negli ospedali, nelle cliniche psichiatriche, persino nei cortili delle facoltà di archeologia, si sentono riecheggiare frasi vuote pronunciate a bassa voce e obiezioni del tipo “…pop scienza, fantascienza senza prove dimostrate!” E invece le prove ci sono!…e lo sappiamo bene!.. Le prove principali e inconfutabili, sono  depositate negli Archivi Celesti che dimorano nell’Infinita e misteriosa dimensione Invariante senza tempo creduta perduta e inaccessibile. Per quanto riguarda invece le fonti letterarie e per tutti quelli che come me amano documentarsi, è sufficiente studiare e fare ricerca, agendo con cura, diligenza e buona volontà, astenendosi dal seguire le solite storielle nate da interessi precostituiti che hanno falsato e continuano a falsare tutte le carte della storia. Esistono studi molto seri che ci invitano a scoprire le nostre vere origini e la nostra vera essenza, oltre a togliere il velo a racconti storici obsoleti ancora insegnati sui banchi di scuola. Posso qui citarne solo alcuni: sugli Asclepiei c’è il libro EPIDAURO – Il Santuario di Asclepios (T.Papadakis – ediz. Verlag Schnell & Steiner München- Zurich -1972) che rivela l’esistenza di oltre quaranta antiche steli che raccontano di quegli avvenimenti straordinari, alcuni dei quali verificatisi almeno fino al II secolo a.C., e ne parleremo anche nel prossimo capitolo di questo libro. Sull’archeologia ci sono le opere “La Nuova Etruscologia” e “L’Oro Granulato” (M. Pincherle – Labris Ediz. 1999 e Macro Ediz. 2000) che smascherano, documenti alla mano, sia la storia fasulla raccontata dai filologi tedeschi di fine ‘800, sia il mito sugli Etruschi che da misterioso popolo pacifico di grandi orefici e artisti, ridimensionati, i bellicosi Luceres o Lestoi (così erano chiamati i pirati Etruschi) tornano a ricoprire storicamente il ruolo di esperti naviganti (Lestoi sta per pirati), abili artigiani nella lavorazione del ferro, del bronzo e del bucchero, oltre ad essere abili fagocitatori di altri popoli. Tutto il resto, compresa l’arte musicale, l’oro granulato e le costruzioni a loro attribuite come per esempio le mura ciclopiche di Opus Incertum-, sono opera e invenzione di un altro popolo, ovvero i fratelli Minoici – Sabini – Ausoni o Saturnî, da loro decimati e che faceva parte di quell’antichissima Koinè o civiltà dell’ADAM, che ciclicamente ha civilizzato il mondo nelle differenti ere cosmiche. L’Etruria, l’attuale Toscana e il nord del Lazio, prima di diventare terra etrusca, era Saturnia Tellus (TERRA SATURNIA), quindi Saturnia Etruria. Infine sulla scienza e la biologia, i capolavori come “La Biologia delle Credenze”, o “Effetto luna di miele” (Bruce Lipton – Macro Edizioni 2006-2014 ) che rivelano i segreti nascosti all’interno delle nostre cellule e della nostra mente, concetti che oggi ci appaiono rivoluzionari ma che erano ben conosciuti nell’estrema antichità. L’oblio sarebbe cominciato solo dopo più di un millennio di armoniosa convivenza, quando cioè l’evolutissima civiltà Saturnia terminò di esistere a causa del diluvio di invasori bellicosi (oltre che di acque), con un inesorabile e conseguente declino morale e umano. Già verso la prima metà del secondo millennio a.C., l’umanità si trovò di fronte a una scelta cruciale da cui per molto tempo non vi sarebbe stato ritorno: accettare le regole Morali della pacifica convivenza tra uomini, secondo cui è possibile affiancarsi a popoli più evoluti per condividerne conoscenza e miglioramenti della tecnica; o impossessarsi arbitrariamente delle loro ricchezze senza alcuno scrupolo. Quelle genti di pace ancora seguaci di Ausar il Re Vero, avevano mantenuti intatti all’interno delle loro coscienze gli insegnamenti provenienti da quell’Alto Pensiero. Erano i Testimoni ereditari di quell’evento degli eventi chiamato Scekinà, avendone vissuto e riconosciuto l’appuntamento cosmico loro tramandato a memoria e avvenuto quasi due millenni prima (3759 a.C.), di cui quelle orde barbariche neppure conoscevano l’esistenza. In poco tempo, i popoli incivili spazzarono via quasi ogni traccia di quella meravigliosa e Aurica civiltà Saturnia: prima l’invasione violenta dei Luceres o Etruschi (indoeuropei provenienti da sud) e poi quella dei Ramnes o Romani (indoeuropei provenienti da nord), ebbero il sopravvento sui popoli pacifici delle Larse Minoiche, ultimi epigoni dell’età dell’oro. La convivenza pacifica della civiltà Saturnia, il salto di livello evolutivo, il Messaggio e i Messaggeri, furono frammentati, fatti a pezzi, travisati nella forma e nella sostanza. L’uomo subì un grande cambiamento di coscienza di tipo involutivo: le razzie fecero terra bruciata su genti, città e tradizioni, lasciando spazio a un violento inbarbarimento del pensiero, a spese di quel popolo che aveva acceso sul mondo il faro della grande civiltà. Eppure nonostante tutto, qualcosa di fondamentale e inconfondibile è restato nei millenni ed è giunto sino a noi: sono le tecniche di costruzione di quelle mura poligonali che ancora spiccano a ornare colline di deserti oliveti e a cingere parti di antichissime città Saturnie, le antiche Larse o Larisse. E resta poi la traccia Morale di tipo ritmico, nell’eco di arcani canti che ritrovano luce e armonia nei melodiosi versi Saturnî ripescati dalle memorie di un poeta e di un musico, riportati al presente per mezzo della Musica Saturnia. Qui faccio naturalmente riferimento alla mia lunga collaborazione con Mario Pincherle, grande Poeta e Igúmen. Restano inoltre i nomi di alcune delle antiche città-larse che furono occupate per primi dai Luceres e poi dai Ramnes ma successivamente anche da altre civiltà. Ebbene quelle città soprattutto in Italia, conservano ancora i nomi derivanti dall’accadico -antichissima lingua archetipica e protosemitica- , nomi come: Kurtu-Cortona, Tarku-Tarquinia, Kur-Cere, Ameria-Amelia, AurBetel-Orbetello (che dall’aramaico e accadico significa Luminosa Casa di Dio), TelAmon-Talamone (che dall’aramaico o accadico significa Collina di Dio), Alba Fucens-Alba Fucense, Pyrgi-Santa Severa, Norba-Norma, Signia-Segni, Praeneste-Palestrina, Aletrium-Alatri, Vatl-Vetulonia, Arpinum-Arpino, Ferentum-Ferentino, Casinum-Cassino, Cosa-Ansedonia e Saturniache già dice tutto nel suo nome. Tutte città che conservano in loco le mura poligonali. E ancora e più lontano, come a testimoniare la vastità di quella civiltà antichissima contraddistinta da medesime tecniche di costruzione, si osservino le similitudini architettoniche e costruttive tra le Zigurrat di Ur (l’odierna Baghdad in Iraq-Mesopotamia) e di Accodi (in Sardegna-Italia), o le mura poligonali di Delfi, di Atene, di Cuzco e di Cosa…per non citare le piramidi egizie di Himotep a Sakkara, di Menkaurà (Micerino) e Cheope a Ghiza (l’Akt-Kufu Accadica che è il bunker dello Zed o Amenti) e i resti dell’antichissima Moenjo Daro, nella valle dell’Indo, attuale regione Pakistana del Sindh. …E poi ancora i perfetti gioielli in oro granulato ritrovati nelle tombe di popoli che…non hanno mai saputo realizzarli…e i bassorilievi, i monumenti, le sculture, le memorie scritte su pietra e riportate in versi poetici di antichi poemi e canti (l’Epopea di Gilgamesh): retaggi storici che troppo presto nel tempo si sono trasformati in miti. La poetessa Saffo e Sofocle, riportando in musicale poesia e in tragedia quell’eco antica, rappresentano forse l’espressione più elevata di fatti storici ritenuti favola. Di quel periodo Aurico così distante da noi uomini del terzo millennio, eppure così vicino sotto il profilo delle trasformazioni, sottolineiamo che la malattia era interpretata come uno “squilibrio temporaneo del pensiero” che andava ristabilito. Solo così l’uomo avrebbe potuto riconciliarsi e riconnettersi alla vera condizione naturale di “perfetta armonia”. Attraverso un uso specifico della musica, dei canti (Saturnî), del ritmo e del movimento, le strutture dell’inconscio venivano temporaneamente urtate da quelle melodie strane, creando caos all’interno dell’individuo. Ma una volta che i canti terminavano, come un puzzle che restituisse l’immagine nascosta grazie alle tessere collocate al loro posto, anche la coscienza dell’individuo si trasformava, tornando ad armonizzarsi e completarsi (Satur). Proprio quello era il momento fondamentale in cui i meccanismi inconsci, riconoscendo le specifiche funzioni archetipiche mosse dai canti, riconducevano la persona a ristabilirsi in modo ordinato. Come detto, tutto avveniva grazie ai Canti, alla Musica, al Suono e al Movimento (danze), capaci di contemplare sia la nostra parte femminile che la parte maschile, la parte Yin e la parte Yang, la parte conscia e la parte inconscia del nostro essere. Per concludere questo sunto discorsivo sulla Musica Saturnia, io che provengo da una famiglia di abili e pratici artigiani che ha saputo insegnarmi il valore del lavoro manuale e delle tradizioni contadine legate alla Maremma Saturnia, all’inizio di questa mia ricerca storica, culturale e musicale, mille volte mi sono chiesto se il mio fare potesse avere un riscontro tangibile e concreto sulla nostra Vita. Del resto ci è sempre stato insegnato che il contadino pianta il seme e dopo mesi ne raccoglie i frutti…il meccanico sostituisce i pezzi guasti di un motore con dei nuovi, al fine di ottenere che l’auto torni a viaggiare bene…ma con la musica come funziona? Può davvero esistere oggi una musica capace di provocare reazioni benefiche e tangibili in noi uomini del III millennio? La risposta ai miei interrogativi giunse come una fine pioggia costante (oro forse?), che delicatamente bagnasse una piantina assetata dopo una lunga siccità. «…Le opere e gli oggetti creati dall’uomo, prima di essere realizzati nella materia, sono scolpiti nel pensiero. Le mura poligonali ciclopiche, le Larse Saturnie, prima di essere di pietra, nacquero dall’Abbraccio Saturnio (equilibrato – completo – perfetto) che è «Pensiero Alterno», armonico come quello di una coppia affiatata ed è ricco di meravigliosi frutti. L’Abbraccio Saturnio, è il modo di pensare edenico della così detta «Età dell’Oro», quella favolosa epoca felice che lasciò un’eco nostalgica presso le popolazioni che seguirono…» (La Civiltà Saturnia in Italia M. Pincherle – Ediz. Pacini 1990) In questo breve passo rivelatore, compresi che il Pensiero Saturnio è conoscere se stessi…Il Pensiero Saturnio è Pensiero Equilibrato che diviene sinonimo di Completezza…Il Pensiero Saturnio è il Due che diventa UnoIl Pensiero Saturnio è Pensiero che diviene Sostanza…Forma…Materia…Ecco rivelato il segreto del misterioso Gnōthi seautón di Delfi (conosci te stesso) per il raggiungimento della realizzazione della nostra Vita. Non lotta ma equilibrio, non prevaricazione ma collaborazione, non guerra ma pace, non competizione ma cooperazione…quindi Pensiero equilibrato, Pensiero Copulare, Pensiero Armonico, Pensiero Saturnio…Musica Saturnia! Pensiero legato all’eterno, non al provvisorio. All’equilibrio e all’armonia, non al pencolante e pericoloso rumore …In quest’età ultra tecnologica, sembriamo proiettati velocemente verso un futuro in continuo mutamento. La realtà è un’altra. Abbiamo dimenticato la nostra vera origine che è divina e lo scopo che siamo chiamati a svolgere nel mondo. Il nostro modo di pensare è diventato zoppicante. Il futuro è materia del nostro cervello maschile, analitico e ingegnoso (emisfero sinistro), mentre il passato è frutto del pensiero percettivo e poetico femminile, amante della sintesi globale (emisfero destro). L’Analisi ha oggi una netta prevalenza sulla Sintesi. Questi due modi di pensare in noi stessi non sono più in equilibrio tra loro: da complementari, si sono trasformati in antitetici. Un’antica frase sempre tratta dal libro di Abramo, recita che per completare il cerchio della Vita, “…tanti passi farai verso Oriente, altrettanti dovrai farne verso Occidente!”… Per questo, affinché possano rinascere in noi gli antichi pensieri Saturnî,  è fondamentale educare noi stessi alla visione complementare o Saturnia dei due mezzi universi, dentro e fuori di noi. In questi anni, i repentini cambiamenti di pensiero incontrati nei partecipanti ai workshop, alle sessioni o ai seminari di Musica Saturnia, hanno riportato i nostri cuori a vibrare durante l’esecuzione di alcune delle arcane e misteriose melodie Saturnie. Assistere a tutte quelle trasformazioni, ottenute grazie al restaurarsi di un nuovo e ritrovato equilibrio nel modo di pensare in coloro che quasi senz’alternativa avevano dato per persa la speranza di comprendersi realmente, ci restituisce pace, allegria e gioia senza fine, rimandando i meriti di questo ritrovato modo di cantare, ascoltare e comporre Musica, all’Invariante Infinito Amore.  (“Lethe” Riccardo Ducci 2021)
 
 
   Vieni dolceridente aurata Aurora
                 a illuminar di sole le fanciulle…
                    Muovi di altalenanti canti il cuore
                             nei dolci amplessi in ritrovati amanti… !  
                                                                Sei Ritornato Acquario…Incipit Nova Aetas!